Fino all’arrivo della fotografia
la rappresentazione era incentrata sulla drammaticitá di un attimo. Ma con la
prospettiva non potevamo rappresentare il movimento, il dinamismo: la pittura
era basata su un rapporto realistico con l’oggetto. L’arrivo della fotografia
rappresenta un problema, una crisi proprio
perché adesso una macchina puó rappresentare (a volte anche meglio) la realtá. La
ricerca pittorica si sposta verso la ricerca di nuovi strumenti per rappresentare
la realtá in cui viviamo: una realtá dinamica. Nell’autoritratto cerco di fare
una possibile ricostruzione cronologica degli strumenti usati da alcuni grandi
maestri della Modernitá nelle loro ricerche di una nuova
estetica, proiettando una mia immagine in una delle realtá da essi
rappresentata grazie all’aiuto dell’informatica, lo strumento di cui ci serviamo
noi oggi per elaborare le informazioni che captiamo dalla realtá. Nel primo
riquadro mi immagino a pattinare nella fabrica
de horta de ebro di Picasso: l’idea di movimento è resa da una
rappresentazione frammentaria che demolisce ogni possibile prospettiva; non
abbiamo piú un sistema unitario e controllato ma ogni cosa va per conto suo,
ogni frammento vive nella sua autonomia secondo una logica che non è piú chiusa
ma è aperta, dinamica. Nel secondo riquadro mi immagino a spasso con il bassotto
‘vibrante’ di Giacomo Balla: il suo spirito futurista e un interesse per
la forma pura e soprattutto per il colore sfociarono in ricerche di rigorosa
astrazione e concettualizzazione, che lo portarono a compiere studi sulla
traiettoria. Fino ad arrivare, nel terzo quadrante, alla spazialitá fluida,
metaforica, simbolica e interconnessa della composition
n.8 di Kandinsky. L’insieme emana energia e sembra possa
continuamente muoversi; ha una struttura fotografata in un attimo, ma il suo
valore è la possibilitá di divenire, di essere libero e aperto. Infine,
nell’ultimo quadrante, è presenta una GIF (Graphic Interchange Format), un
formato grafico molto diffuso al giorno d’oggi che siamo nell’era dell’elettronica: è una semplice compressione
in un’unica stringa di piú informazioni simili, che vengono memorizzate come
una sequenza. Una sequenza di immagini cosi relazionate rende abbastanza bene
l’idea di movimento, di dinamismo ma perde di espressivitá, di forza figurativa:
siamo forse di fronte a una nuova crisi? I programmi informatici ci stanno
forse portando verso un appiattimento del lavoro grafico prodotto? Molti
critici sostengono che uno dei caratteri fondamentali della condizione
postmoderna è la riduzione di tutto alla dimensione letterale di
superficialità. Risolta una crisi ecco quindi che ne abbiamo giá trovata una
nuova: la mancanza di profondità, nella quale possiamo forse individuare la
significativa differenza tra modernismo e postmodernismo.
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